Nell'anno del centenario dalla scoperta della città etrusca di Spina (1922 - 2022), nei siti archeologici di S. Maria in Padovetere e nell'area dell'abitato di Spina, sono attivi due cantieri di scavo.

Al fine di presentare agli estimatori e ai cittadini le attività di scandaglio storico e archeologico il Comune di Comacchio in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, l'Università Ca' Foscari di Venezia e l'Università di Bologna, hanno previsto due giornate di visita ai siti: venerdì 23 settembre sono previsti due appuntamenti (inizio visite ore 14.30 e ore 15.30) al sito di S. Maria in Padovetere (posto nel tratto finale di strada Fiume a 4 chilometri da Comacchio, verso Anita). Gli archeologi dell'università veneziana, diretti dal professore di Archeologia Medievale Sauro Gelichi, illustreranno le particolarità della pieve paleocristiana e delle evidenze emerse durante le diverse campagne di scavo che hanno interessato l'area.

Venerdì 30 settembre invece sarà la volta dell'area in cui insiste l'abitato di Spina che vede coinvolta l'università felsinea, con la direzione del professor Gaucci del Dipartimento di Storia Culture Civiltà: due le visite in programma con inizio alle ore 14.30 e 15.30. Per raggiungere il luogo è previsto il punto di incontro delle auto presso il parcheggio posto dopo il ponte mobile S. Pietro, 15 minuti prima dell'orario di visita. Un addetto accompagnerà al sito, a cui i visitatori dovranno comunque arrivare con le proprie auto, non essendo raggiungibile a piedi.

La partecipazione alle visite archeologiche per un massimo di 25 persone per turno è gratuita ed è prevista la prenotazione presso l'ufficio IAT di Comacchio 0533 314154.

Santa Maria in Padovetere

Nell'area di Valle Pega, si trovano i resti della antica pieve paleocristiana di Santa Maria in
Padovetere, un impianto ecclesiale risalente al VI sec. d.C.: si tratta dell'edificio di culto cristiano più antico nel territorio di Comacchio. Le fondamenta della costruzione sono emerse durante i lavori di bonifica idraulica che hanno portato al prosciugamento di gran parte delle valli di Comacchio. Nel 1956 durante i lavori di scavo di un canale di drenaggio della bonifica tra la Valle Pega e la Valle del Mezzano furono individuati e portati alla luce i resti di un edificio di culto che l'archeologo Nereo Alfieri identificò con quelli della chiesa di Santa Maria risalente al VI sec. d.C. presso il ramo senescente del Po di Spina, denominato Padovetere, citata da un passo di Andrea Agnello, autore del IX secolo d.C. gli scavi più recenti hanno riportato alla luce la presenza di barche e piroghe e sepolture diffuse, anche di bambini.

La città di Spina

L'etrusca Spina era una città d'acqua con case in legno. Era anch'essa un porto commerciale adriatico, un luogo di collegamento tra l'entroterra padano e il mondo mediterraneo.

Mentre la grande necropoli di Valle Trebba venne individuata nel 1922, il centro urbano di Spina è stato ritrovato dagli archeologi solo nel 1957, durante lo scavo del Collettore Mezzano, su di un dosso di Valle Lepri. Forse questo insediamento costituiva solo una parte di una città più estesa ed articolata.

L'impianto urbano, che appare con una forma vagamente triangolare, era collocato sulla sponda destra dell'antico Po in posizione arretrata di qualche chilometro rispetto allo sbocco a mare del fiume, come per molti altri porti etruschi. Fiumi e canali la collegavano ai territori alle città padane, tra cui Felsina, la Bologna etrusca.

Dagli scavi e dalle prospezioni emerge che l'impianto cittadino era rigorosamente pianificato e basato su un reticolo di isolati, canali e strade perfettamente ortogonali. Un asse principale, un canal grande, percorreva il centro urbano in direzione nne-sso mentre a destra e a sinistra, a distanze regolari, vi erano altri canali perpendicolari.

Spina100. Dal mito alla scoperta            

Per raccontare i 100 anni di Spina, la Galleria d’Arte di Palazzo Bellini di Comacchio ospiterà la mostra “Spina 100 - Dal mito alla scoperta: a un secolo dal ritrovamento della città etrusca” - aperta fino al 16 ottobre 2022 -, con un percorso espositivo articolato in una sequenza di ambienti per rivivere la scoperta dell’antica Spina e del suo tesoro. Un viaggio dalla fondazione, intorno alla metà del VI secolo a.C., fino al suo ruolo di porto privilegiato di Atene nel nord Adriatico, il declino intorno alla metà del III secolo a.C., gli scavi con il rinvenimento in Valle Trebba della prima tomba durante alcuni lavori di bonifica delle Valli di Comacchio e tutta l’epopea archeologica.

Info e ticket Museo Delta Antico 0433 311316